mercoledì 5 marzo 2014

Borgo XX Giugno a Perugia



Siete a Perugia e avete già visitato il Centro Storico? Avete già passeggiato per le vie medievali? Il quartiere Borgobello fa per voi! La più lunga via del centro di Perugia “Corso Cavour” e “Borgo XX giugno” che una volta erano patria di botteghe artigianali e mercati, oggi è un angolo della città davvero affascinante, non solo arte e storia ma anche negozi, fiere, mercatini, cinema e concerti! Iniziamo a scoprirlo in tutti i suoi aspetti…

Dopo pochi metri la via ospita un piazzetta dalla quale potete vedere la Chiesa di San Domenico, la più grande di Perugia in dimensioni, con un campanile che domina il paesaggio (in origine il campanile era alto ben 126 metri ma nel 1546 venne portato all'attuale altezza di 60), il complesso architettonico ospita inoltre il Museo archeologico Nazionale dell’Umbria.

Proseguiamo con la nostra passeggiata e arriviamo al fulcro del Borgobello, incontriamo la Basilica di San Pietro e il monastero benedettino, sede della Facoltà di Agraria e dell’orto botanico medievale. Qualche minuto di riposo ai Giardini del Frontone, proprio accanto alla Basilica, e attendiamo quindi che la serata abbia inizio! I Giardinetti offrono diverse iniziative soprattutto nel periodo estivo, mostre mercato, cinema all’aperto, notte bianca, musica dal vivo ed altri eventi che vi invitiamo a scoprire! Il vostro soggiorno a Perugia diventerà speciale!

Una Piccola Curiosità:
Il nome Borgo XX Giugno è stato adottato dopo gli eventi del 20 giugno 1859, quando truppe svizzere inviate dal Papa con lo scopo di rafforzare il dominio della Chiesa saccheggiarono e uccisero in tutta la città. Per ricordare la resistenza dei cittadini fu dato questo nome al borgo, e di fronte ai giardini del Frontone fu eretto un Grifo, simbolo della città, in memoria.
Il Grifo è il simbolo di Perugia, una figura mitologica dal corpo di leone e la testa d’aquila,  segno di forza e protezione, citato anche in una poesia di D’Annunzio:

Per Maschia Peroscia, il tuo Grifon che rampa
in cor m’entrò col rostro e con l’artiglio,
onde tutto il mio sangue acro e vermiglio
delle immortali tue vendette avvampa.
 Certo segnato fui della tua stampa
un dì, tra ferro e fuoco io fui tuo figlio:
ancor vivo, quel fecemi il Bonfiglio,
là sul muro ove Totila s’accampa.
 Le catene spezzai nelle tue strade,precipitai gli uccisi per isfregio
dalle tue torri, usai spiedo e roncone.
 Brillar vidi tra il rugghio delle spade
il mio sogno di re nell’occhio regio
di Braccio Fortebraccio da Montone

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